
Animato da idee riformiste, partecipò giovane all'esperienza del modernismo teologico. Successivamente si accostò al pensiero di Benedetto Croce (il loro sodalizio è testimoniato da un lungo carteggio). Nel 1923 venne nominato senatore; fu anche ministro della Pubblica istruzione tra il 1924 e il 1925. Dopo questa data interruppe la sua collaborazione col fascismo e lasciò la politica. Riprese l'attività politica nel 1943, come rappresentante del Partito liberale nel Comitato di liberazione nazionale e ministro della Guerra nei due governi presieduti da Ivanoe Bonomi (1944-1945). Dopo il 1945 fu presidente del Consiglio supremo della difesa e presidente della Delegazione italiana all'UNESCO. Eletto senatore nella I Legislatura (1948), fece parte del Consiglio direttivo dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, presidente del Consiglio superiore della pubblica istruzione, della Società Dante Alighieri, della Federazione Nazionale Stampa Italiana e dell'Associazione Italiana Biblioteche dal 1951 al 1954.