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Nel 1887, con r.d. 27 novembre, n. 5103, venivano aggiunti all'Istituto d'igiene della r. Università di Roma, un insegnamento di ingegneria sanitaria e due laboratori, uno di chimica e l'altro di micrografia e batteriologia, che dovevano servire a perfezionare nello studio dell'igiene pubblica: medici, ingegneri, veterinari, farmacisti, e nello stesso tempo, a compiere indagini per la Direzione della sanità pubblica del Ministero dell'interno; il personale fu nominato dal Ministero della pubblica istruzione. La legge 28 giugno 1890, n. 6906 che approvava lo stato di previsione della spesa per il Ministero dell'interno, menzionò per la prima volta i laboratori come "Laboratori scientifici della Direzione di sanità pubblica ed annessa Scuola di perfezionamento nell'igiene pubblica" e il r.d. 6 luglio n.6968 dello stesso anno che approvava il ruolo organico del personale sancì il definitivo passaggio dei laboratori alla Direzione di sanità pubblica del Ministero dell'interno. Nel 1896, in seguito alla soppressione della Direzione di sanità pubblica, i laboratori subirono un ridimensionamento e la scuola fu di fatto soppressa. Con r.d. 21 agosto 1897, n. 398, vennero fusi con l'Istituto vaccinogeno dello Stato divenendo "Laboratori della sanità pubblica". Con la ricostituzione dell'amministrazione sanitaria, i laboratori furono riformati e il r.d. 10 luglio 1901, n. 364, ne definì ordinamento e organizzazione. Nel 1925 per effetto del r.d.l. 16 luglio, n. 1421, si aggiunse agli altri il Laboratorio fisico, Ufficio del radio , sorto come Ufficio per le sostanze radioattive presso il Ministero dell'economia nazionale nel 1923. Infine con il contributo finanziario della Rockefeller Foundation, in sostituzione dei laboratori, fu creato e disciplinato, ai sensi del r.d.l. 11 gennaio 1934, n. 27, convertito in legge 7 giugno 1934, n. 992, l'Istituto di sanità pubblica che modificò la denominazione in Istituto superiore di sanità nel 1941 (r.d. 17 ottobre, n. 1265). Si occupò della costruzione dell'edificio e del suo assetto una speciale commissione della Direzione generale della sanità pubblica, presieduta dal direttore generale e istituita con d.m. 7 giugno 1930. Il nuovo istituto, posto alle dipendenze del direttore generale della sanità pubblica, comprendeva cinque laboratori: micrografia e batteriologia, chimica, biologia, fisica con ufficio del radio e sezione di meteorologia sanitaria, laboratorio per gli studi sulla malaria, e tre reparti: ingegneria sanitaria e igiene del suolo e dell'abitato, epidemiologia e profilassi, biblioteca e museo. Funzionava come centro d'indagine e di accertamenti inerenti ai servizi della sanità pubblica e di aggiornamento e specializzazione del personale sanitario alle dipendenze dello Stato, province, comuni, potendo altresì eseguire ricerche e studi a richiesta di amministrazioni non statali, enti, privati, previa autorizzazione del ministro dell'interno. Con successive disposizioni legislative fu istituito il posto di direttore dell'istituto (r.d.l. 28 febbraio 1935, n. 212) e fu emanato il regolamento (r. d. 1° luglio 1937, n. 1543). Il r.d. del 1941 che gli attribuiva la nuova denominazione di Istituto superiore di sanità istituì inoltre l'Ufficio affari generali e l'Ufficio affari amministrativi. Furono creati i nuovi laboratori di chimica terapeutica, di microbiologia e di parassitologia (che assorbiva il preesistente laboratorio di malariologia) ai sensi del d.lg 7 maggio 1948, n. 811, poi ratificato con modificazioni dalla legge 30 luglio 1950, n. 630. Le modificazioni consistevano nella fusione degli uffici Affari generali e Affari amministrativi in un unico Ufficio dei Servizi amministrativi. In virtù della l. 17 maggio 1952, n. 572, i servizi concernenti la raccolta e l'elaborazione, ai fini statistici, dei dati relativi alle malattie infettive e sociali soggette a denuncia obbligatoria, attribuiti al laboratorio di epidemiologia, furono trasferiti all'Istituto centrale di statistica e si deliberò conseguentemente il trasferimento del personale ad altri uffici e la trasmissione all'Istituto di statistica delle pubblicazioni e del materiale documentario ricavato dalle elaborazioni effettuate dall'ufficio, il Laboratorio di epidemiologia fu di fatto soppresso. Nel 1952 all'istituto fu concessa una propria autonomia scientifica e amministrativa con la l. 20 giugno, n. 724, che infatti istituiva i Comitati amministrativo e scientifico e l'Ufficio di ragioneria generale dello Stato. Con fondi concessi dall'UNRRA fu creato al suo interno un Centro internazionale per lo studio della chimica microbiologica (d.p.r. 1° gennaio 1951) con annesso Impianto pilota per la fabbricazione della penicillina; per iniziativa privata nel 1945 era stata creata: la Fondazione Paternò che aveva lo scopo di assegnare borse di studio per ricerche scientifiche eseguite dall'Istituto, nel 1956 il Centro per lo studio della chimica delle fermentazioni e della crescita dei batteri , il Centro di studio per la lotta contro gli insetti nocivi e, nel 1957, il Centro di studio per la difesa contro le radiazioni . In base al d.p.r. 11 agosto 1959, n. 750 che revisionava i ruoli organici del neocostituito Ministero della sanità furono creati tre nuovi laboratori: veterinaria, chimica biologica e elettronica. Le piante organiche dei laboratori furono ridefinite con dd.mm. 25 febbraio 1971 e 16 gennaio 1973. L'Istituto superiore di sanità fu riorganizzato con legge 7 agosto 1973, n. 519, che istituì i Consigli di laboratorio e il Consiglio dei direttori e dispose lo scioglimento dei tre centri di studio. Con d.m. 30 aprile 1976 fu approvato un nuovo regolamento interno, poi modificato con i decreti ministeriali 23 dicembre 1976, 4 aprile 1977 e 27 maggio 1980, in base al quale l'Istituto fu riorganizzato in quattordici laboratori, articolati in reparti: epidemiologia, malattie batteriche e virali, patologia non infettiva, parassitologia, veterinaria, biologia cellulare e immunologia, tecnologie biomediche, farmacologia, chimica del farmaco, alimenti, tossicologia, igiene del territorio, radiazioni, igiene del suolo; quattro servizi amministrativi e del personale, articolati in sezioni (che diverranno tre in base alle modifiche apportate dal d.m. 27 maggio 1980): affari generali, reclutamento carriere e disciplina del personale, trattamento economico, contratti; la biblioteca; e otto servizi tecnici: segreteria per le attività culturali, servizio documentazione, servizio documentazione farmaceutica, servizio biologico, servizio stabulario, ufficio tecnico, segreteria generale tecnica, segreteria di laboratorio e servizio tecnico. In seguito alla riforma sanitaria, con d.m. 29 aprile 1982, modificato con dd.mm. 30 maggio 1985 e 31 gennaio 1986 nella parte concernente la ripartizione dell'organico tra i vari laboratori e servizi, si è provveduto ad adeguare la struttura interna dell'Istituto alle caratteristiche del nuovo Servizio sanitario nazionale con l'emanazione di un nuovo regolamento interno per l'organizzazione dell'Istituto che ha portato a ventuno il numero dei laboratori. Una riformulazione del regolamento è stata disposta ancora nel 1987 (d.m. 21 novembre). L'Istituto è stato infine riordinato con d.lg. del 30 giugno 1993, n. 267, a norma dell'art. 1 della legge di delega del 23 ottobre 1992, n. 421 per la riorganizzazione e la revisione della disciplina in materia di sanità, seguito dal d.p.r. 21 settembre 1994, n. 754 con il quale è stato emanato un nuovo regolamento. [a cura di M. Di Simone]

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