L'origine dell'Interpol è da ricondurre agli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale. Nel 1923, in occasione del primo congresso internazionale di polizia, venne costituita la Commissione Internazionale della Polizia criminale (CIPC), con sede a Vienna. L'Italia aderì alla CIPC nel 1930 istituendo presso il Ministero dell'Interno un Ufficio centrale di polizia internazionale. Nel 1942, su iniziativa tedesca, la sede della CIPC venne trasferita a Berlino provocando l'uscita di molti paesi. Nel 1946 il Belgio si fece promotore della ricostituzione della CIPC, con sede a Parigi e con la nuova denominazione di Organizzazione internazionale di polizia criminale (OIPC) . Da allora Interpol designò l' ufficio centrale di polizia internazionale operante nell'ambito della divisione polizia, e in particolare della sezione III. Con il decreto 29 dicembre 1960 fu istituita la divisione polizia criminale e al suo interno fu inserito il servizio Interpol. Le competenze del servizio riguardavano: estradizioni, identificazione, ricerca e cattura di malfattori internazionali, repressione del traffico di stupefacenti, falsi valori, travellers cheques rubati, contraffazioni artistiche e filateliche, tratta delle bianche, indagini varie di polizia giudiziaria attinenti a delitti commessi all'estero, assistenza informativa (scambio di informazioni di materiale segnaletico su malfattori internazionali), espulsioni dall'estero, identificazione di sconosciuti e di cadaveri, scambio di dati statistici, rapporti col segretariato generale dell'Interpol a Parigi, rimpatrio dei minori, comunicazioni urgenti (decessi, disgrazie ecc.). Con dm 13 marzo 1967 la divisione polizia criminale assunse la denominazione di Centro nazionale di coordinamento delle operazioni di polizia criminale. Al suo interno la sezione IV - Interpol aveva competenza su estradizioni, commissioni su rogatorie urgenti, ricerche malfattori internazionali, traffico di stupefacenti, falso nummario, traffico di travellers cheques.