• ARCHIVI DEGLI ORGANI POLITICI E AMMINISTRATIVI DELLO STATO
  • Ministero dell'Interno. Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981). Divisione affari generali e riservati. Archivio generale 1901-1925, Documenti sequestrati alla sede centrale della FIOM (Federazione italiana operai metallurgici) a Torino.

    Inventario a cura di: G. FIORAVANTI; 1985
OSCAR GuidaInventario [id=bbbd7a4f-abbc-4c6b-a5d4-1a0af79a77d4, idGuida=IT-ACS-AS0001-0001764, nomeGuida=Documenti sequestrati alla sede centrale della FIOM (Federazione italiana operai metallurgici) a Torino, idContesto=, idGuidaRaggruppamento=IT-ACS-AS0001-0004652, nomeGuidaRaggruppamento=ARCHIVI DEGLI ORGANI POLITICI E AMMINISTRATIVI DELLO STATO, idGuidaLivello2=IT-ACS-AS0001-0001393, nomeGuidaLivello2=MINISTERO DELL'INTERNO, dataGuidaLivello2=1814 - 1986, hierGuidaLivello2=00001.00003.00026, dbInventario=acsSt0630, idInventario=IT-ACS-GEAST0630-0000001, nomeInventario=Ministero dell'Interno. Direzione generale pubblica sicurezza (1861-1981). Divisione affari generali e riservati. Archivio generale 1901-1925. Documenti sequestrati alla sede centrale della FIOM (Federazione italiana operai metallurgici) a Torino, nomeInventarioCorto= Documenti sequestrati alla sede centrale della FIOM (Federazione italiana operai metallurgici) a Torino, strumentiCodice=13/149, strumentiData=1985, strumentiAutore=G. FIORAVANTI, dataPubblicazione=]
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  • strumenti:
  • 13/149 (cartaceo), G. FIORAVANTI , 1985
  • storia archivistica:
  • Il presente inventario riguarda l'archivio della Federazione Italiana degli Operai Metallurgici, ovvero le carte dei suoi organi centrali, esecutivi e direttivi, il Comitato Centrale, il Comitato Direttivo e la Segreteria. Il fondo, conservato dall'Archivio Centrale dello Stato, si articola in 17 buste e in 180 fascicoli, dopo essere stato estratto dall'archivio della Mostra della Rivoluzione Fascista in cui erroneamente era confluito e dopo il riordinamento cui è stato sottoposto. L'inventario che ne è seguito propone l'itinerario completo attraverso cui la Federazione fece i suoi primi passi, crebbe e si disciolse dopo l'avvento del fascismo, nonostante ciò che oggi rimane costituisca presumibilmente solo una piccola parte di quella che doveva essere la documentazione dell'ufficio amministrativo della FIOM nell'ultima sede di Torino, prima che lo squadrismo fascista ne disperdesse una buona parte. Il fondo della Fiom costituisce un unicum negli Archivi di Stato, e non solo in essi. Materiale documentario di questo tipo non esiste oggi neppure presso gli organismi dell'attuale sindacato, dopo la rinascita di questo nel dopoguerra. Gli archivi della Fiom e della FLM (conservati presso la sede della Fiom-Cgil nazionale a Roma) hanno oggi uno spessore che li riconduce alla seconda rifondazione del sindacato dopo la dittatura fascista. Le carte di cui si presenta l'inventario, prima ancora di essere sottoposte all'operazione di riordinamento, sono state estratte, come s'è detto sopra, dal fondo della Mostra della Rivoluzione Fascista. Gli studiosi che, numerosi, hanno consultato queste carte, ricordano certamente la presenza di numerose cartelle di "questioni sindacali" all'interno delle buste di quel fondo. Di materiale sparso infatti si trattava: in alcuni casi i fascicoli, corredati ancora dalle copertine originali, erano raggruppati in buste, in altri casi erano confluiti in mezzo a materiale di altra provenienza e di diversa natura.
  • ambiti e contenuto:
  • La sedimentazione documentaria della Fiom sotto l'aspetto del suo archivio corrente riflette l'articolazione centrale e periferica di cui si è trattato nella prima parte. I fascicoli per la gran parte venivano a costituirsi con andamento annuale e venivano intestati alle Sezioni o alle località con cui s'intrattenevano rapporti attraverso le Leghe locali di mestieri diversi. Altre volte gli intestatari delle cartelle sono Federazioni di mestiere associate e non associate alla Fiom, oppure organi centrali della Federazione Metallurgica, organi pubblici con i quali la Fiom intratteneva rapporti (Ufficio del Lavoro, Comitato Centrale di Mobilitazione, etc.); altre volte i fascicoli riconducono agli scambi che il sindacato aveva con le analoghe federazioni dell'Europa del tempo. Nell'ambito del materiale amministrativo tuttavia bisogna separare analiticamente due livelli che si condizionano: da un lato, si può cogliere il documento relativo all'attività interna della sezione, spaccato quindi di quello che costituiva il modo e la capacità d'intervento della Federazione nella periferia, da un altro lato, si ha davanti la trama degli interventi operati dall'organizzazione centrale quando essa venne sempre più frequentemente chiamata ad assumersi la rappresentanza delle diverse categorie nelle vertenze contrattuali nazionali e nella risoluzione delle stesse. È in questo settore del fondo che lo studioso trova altri preziosi elementi di corredo per un approfondimento della storia delle imprese in Italia. Allegati ai concordati, il più delle volte, sono le tabelle paga, articolate per categorie e per rami della metallurgia, dati concernenti la produzione e la sua organizzazione, statistiche e tavole di raffronto. Da non dimenticare anche la ricchezza di materiale a stampa: abbondano i ritagli di giornali, in genere vari servizi stampa su temi d'interesse della Federazione, relativi a scioperi, vertenze, accordi nazionali, Consigli di Fabbrica; compaiono poi raccolte intere di pubblicazioni periodiche42, che giungevano da varie parti al Comitato Centrale. Il fondo è infatti articolato ora in due rami: 119 fascicoli costituiscono ciò che resta dell'archivio amministrativo del Comitato Centrale e Direttivo, nei loro rapporti e nella relativa corrispondenza con le sezioni associate, con le Leghe di mestiere, con le Federazioni operaie di altri settori produttivi, con le Camere del Lavoro. Altre 60 cartelle sono invece il prodotto dei contatti che il Comitato Centrale o altri organismi centrali della Federazione mantenevano con i sindacati stranieri, con la Confederazione Generale del Lavoro, con i Comitati di Mobilitazione Industriale. Si è preferito porre avanti quello costituito dal carteggio con le sezioni e leghe: questo si deve alla consistenza qualitativa oltre che quantitativa dei fascicoli relativi, che sembrano suscettibili di un'utilizzazione tale da dare una visione verticale (nel tempo) e orizzontale (nel territorio nazionale) ampia e soddisfacente. Seppure non tutte le sezioni appaiono riflesse compiutamente nel loro ruolo sindacale per la probabile dispersione del materiale, lo spessore della documentazione rimasta e attualmente riordinata, è sufficiente a dare una lettura tesa al recupero della conoscenza dell'organizzazione e del metodo della Fiom per tutto l'arco della sua attività. La seconda parte - quella relativa alle attività che in prima persona il Comitato Centrale svolgeva - più lacunosa e più carente in alcuni periodi cronologici a causa della vistosa distruzione di parecchi fascicoli, offre d'altra parte in modo abbastanza equilibrato, la possibilità di penetrare nell'incidenza che, nel mondo della produzione industriale, esso esercitava a vari livelli. Sempre più spesso infatti, dal primo conflitto mondiale in poi, il Comitato Centrale della Fiom fu chiamato a ruoli via via più impegnativi sul piano delle responsabilità esterne. Ampiamente documentato è lo sforzo della difficile gestione della fase di maggiore impegno dell'industria pesante nei carteggi con i Comitati Regionali di Mobilitazione Industriale. Del resto è indubbio che la presenza del Comitato Direttivo andasse crescendo nei momenti di maggiore conflittualità, fino a divenire non raramente il protagonista e interprete dei concordati, naturale conclusione delle vertenze delle maestranze - imprese. Dal 1918 al 1922, anno in cui ha termine la documentazione di questo tipo, i concordati vennero stipulati, infatti, il più delle volte grazie all'intervento della Federazione e del Comitato Direttivo, nella persona dei suoi capi prestigiosi agli occhi del movimento sindacale ed operaio. Per quanto riguarda la convocazione dei Congressi ed i lavori preparatori, la documentazione non sembra essere di grande interesse: spesso si tratta di appunti manoscritti redatti al fine della compilazione di una relazione da presentare; non mancano poi elementi tali da condurre ad una verifica del grado di partecipazione delle sezioni nei momenti in cui veniva discussa la linea della Federazione. I rapporti con le Federazioni estere dell'Europa occidentale, Francia, Germania, Svizzera, corrono quasi sempre sul filo delle reciproche informazioni e sullo scambio di inviti a congressi e d'invio di rispettive pubblicazioni. Di un certo interesse sono anche i fascicoli riguardanti i rapporti con la Confederazione generale del lavoro, benché si tratti per lo più di circolari che la Confederazione invia ai Metallurgici nell'arco di circa dodici anni.
  • ordinamento e struttura:
  • Si riportano in questa sede solo i numeri delle buste del vecchio elenco di consistenza (1963) dell'archivio della Mostra della Rivoluzione Fascista, anche per segnalare a chi aveva utilizzato il carteggio Fiom il mutamento della segnatura dei fascicoli, tenendo conto che anche il fondo della MRF è stato definitivamente riordinato e inventariato. Le carte si trovavano nelle buste 12, 13, 14, 16, 17, 80, 81, 82, 83. Del fondo Fiom non esistevano precedenti inventari proprio a causa dell'inesistenza di un autonomo archivio, benché non sia difficile ipotizzare una sua precedente vicenda (prima del passaggio dall'Archivio di Stato di Roma all'Archivio Centrale dello Stato) in cui, non essendo ancora stato inglobato erroneamente nella Mostra della rivoluzione fascista, si è tentato una prima analisi di quelle carte.36 Esiste infatti una relazione del direttore dell'Archivio di Stato di Roma, per l'attività svolta dall'Istituto nel corso del 1950, che accenna alla compilazione di un inventario sulla Fiom a cura di un funzionario dell'Istituto.37 Di questo inventario non si trova traccia né all'Archivio di Stato di Roma né tanto meno all'Archivio Centrale. Senza inventario, nè elenco di consistenza, il fondo, estremamente disordinato, presentava soltanto la generica dicitura "materiale sequestrato", quando nel 1946 presso l'Archivio di Roma si pensò di avviarne una prima operazione di pulitura e di verifica, nell'ambito di una sorta di censimento dei fondi archivistici dopo il ritorno degli stessi dal nord, con la caduta la Repubblica Sociale. Le casse, in cui era contenuto, senza altri elementi conoscitivi, rivelarono una penosa condizione: le fotografie, i libri, il materiale amministrativo, risultarono rosi e ammuffiti o, nelle migliori condizioni, le cartelle e i contenitori apparivano un ulteriore elemento di disordine. 39 Delle varie componenti, libri e opuscoli, oggetti e documenti, solo i primi trovarono una sistemazione adeguata presso la Biblioteca dell'istituto archivistico romano. Purtroppo senza segnature e privi sul registro d'ingresso dell'indicazione della provenienza originaria, essi confluirono nel patrimonio bibliografico dell'Archivio, per cui oggi non sono con sicurezza rintracciabili. Unico elemento significativo potrebbe essere la denominazione "fondo comunista"40, termine che viene evidenziato tra le nuove accessioni della Biblioteca, nel maggio-giugno 1946. Le pubblicazioni, inoltre, libri e opuscoli, per una parte si presentavano in più copie, per un'altra sembravano riconducibili alla biblioteca vera e propria della Fiom. Per quanto riguarda le fotografie e i cimeli, che pure in cattivo stato, erano presenti all'atto dell'apertura delle casse, nulla oggi sappiamo, mancando anche deboli tracce nella documentazione conservata presso l'ACS. Dalla relazione già citata apprendiamo anche che nelle casse appariva distinta una seconda parte del materiale, che in quella sede, venne classificato come "materiale amministrativo". Quest'ultimo costituisce l'oggetto del presente inventario. Ad una prima visione quelle carte apparvero la sedimentazione dell'attività della Federazione, benché esse siano soprattutto ciò che rimane dall'espletamento delle funzioni degli organi centrali della Fiom, Comitato Centrale soprattutto, Comitato Direttivo e Segretariato. Il riordinamento cui quelle carte sono state sottoposte ha condotto alla formazione di 180 fascicoli numerati progressivamente, contenuti in 17 buste. Molto spesso si disponeva delle cartelline originali, ma il contenuto era il più delle volte disordinato o mancante; questo spiega il motivo della schedatura foglio per foglio, nel tentativo di ricostruire i fascicoli originari dispersi. In altri casi, pur avendo come indicazione di un fascicolo originario la copertina, essa era vuota e magari il contenuto relativo poteva rintracciarsi attraverso una paziente opera di accostamento di fogli sparsi altrove. Non è stato infrequente che parte della documentazione risultasse ardua da ricucire per la presenza di carte mutile, senza frontespizio o intestazione. Si sono ricostituiti comunque i fascicoli, là dove mancavano, sulla falsariga di quelli esistenti ed integri. Nel riordinamento è stato poi individuato un doppio binario nella documentazione offerta dal fondo, [le cui carte inizialmente, come è facile supporre, non era neppure possibile ricondurre ad un unico ufficio]. Per riassumere, nel riordinamento si è proceduto nel seguente modo: 1) la fascicolazione ha rispettato la scansione evidenziata dalle cartelle originarie; 2) là dove è stato necessario ricostruire il fascicolo con fogli sparsi l'operazione è stata effettuata sulla falsariga dei fascicoli integri; 3) il fondo è stato suddiviso in due parti, la prima (la più consistente) costituita dai rapporti con le sezioni e con le leghe, la seconda articolata sulla base delle attività degli organi centrali e dei suoi rapporti con organismi vari e con l'estero. In fondo alla seconda parte è stata collocata la piccola raccolta di giornali pervenuti al Comitato Centrale; 4) si sono numerati i fascicoli modificando la progressione originaria, solo in parte alfabetica. Trattandosi di un fondo lacunoso si è preferito seguire la successione secondo l'ordinamento alfabetica.
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